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giovedì 5 gennaio 2012

HACKERS LANCIANO IN ORBITA I PROPRI SATELLITI PER AGGIRARE LA CENSURA

Traduzione a cura di Daniel Iversen
Siete preoccupati di una censura delle rete Internet da parte di SOPA (Stop Online Piracy Act) e PIPA (Protect Intellectual Property Act) ?Aspettate !! C’è una notizia che fa per voi!
Gli hacker stanno cercando di portare internet al di fuori della portata dei censori, mettendo le proprie comunicazioni satellitari in orbita. Quei bravi ragazzi degli hacker hanno in programma di lanciare satelliti per combattere il “Stop Online Piracy Act” e creare una rete Internet priva di censura.
Secondo il reporter per la tecnologia della BBC, David Meyer, il piano, i cui dettagli sono stati esposti questa settimana durante il Chaos Communication Congress (CCC) di Berlino, è in risposta alla proposta di legge della SOPA (Stop Online Piracy Act), che consentirebbe al governo degli Stati Uniti di bloccare siti Web per presunta violazione delle leggi sulla proprietà intellettuale.

 
“Il primo obiettivo è avere una rete Internet non censurabile nello spazio” attività dell’hacking Nick Farr, che in un primo momento iniziò a richiedere dei supporti finanziari per quella che è stata soprannominata la “Griglia Globale Hackerspace”, ha riferito in agosto a Meyer, sulla rivista “Friday”. “Portiamo la rete internet fuori dal controllo terrestre..... la comunità [di hacker] potrà immettere umanità nello spazio in modo significativo” .
Si può veramente fare una base Internet nello spazio? Certo, è già stato fatto. Gli hacker saranno capaci di farlo? Discutibile. Questo potrà fermare la censura? Difficilmente. Una rete Internet satellitare commerciale è stata disponibile per un certo numero di anni, ma è lenta, ha capacità limitate, e i viaggi per, e dallo spazio aggiungono notevoli ritardi che possono interferire con alcune applicazioni. Ci sono ragioni valide per cui la telefonia, la televisione e Internet su lunghe distanze si sono spostate tempo fa dai satelliti alle micro-onde terrestri e dopodichè alla fibra ottica.
Meyer riferisce che, mentre alcuni appassionati sono riusciti a lanciare con successo dei piccoli satelliti in orbita per brevi periodi di tempo, la localizzazione di essi, invece, si è rivelata difficile a causa di un budget limitato.
Quelli coinvolti con la “Hackerspace Global Grid” credono di essere in grado di raccogliere capitali sufficienti al fine di superare difficoltà come queste, e in definitiva, sperano di inviare un astronauta dilettante sulla Luna, forse entro il prossimo quarto di secolo.
Nello spirito Open Source di Hackerspace, Mr. Bauer e alcuni amici si sono avvicinati all’idea di un network (distribuito) di stazioni da terra a basso costo che possono essere acquistate e assemblate da chiunque.
Usate tutte insieme in un network globale, queste stazioni sarebbero capaci di individuare i satelliti in ogni dato momento, rendendo più facile e più affidabile da parte dei satelliti l’invio di dati alla Terra.
Il rapporto spiega che gli individui che stanno lavorando al network satellitare lo stanno facendo con uno spirito “Open Source”, con il 26enne Armin Bauer di Stoccarda e i suoi colleghi al lavoro sulle infrastrutture di comunicazione dell’ambizioso progetto.
Con l’assistenza dell’iniziativa tedesca per la ricerca aerospaziale, Constellation, stanno lavorando su quello che Bauer descrive come una sorta di “GPS inverso”, che li permetterà di conoscere la precisa posizione dei satelliti nello stesso modo in cui il GPS aiuta i gli utenti a conoscere la propria posizione sulla Terra.
Bauer ha riferito a Meyer che il team intende avere tre prototipi operativi di queste stazioni terrestri, il tutto nella prima metà dell’anno prossimo, e sta pianificando di venderli approssimativamente a 100 euro per unità.
Gli esperti dicono che il progetto satellitare è fattibile, ma potrebbe essere limitato da fattori tecnici.
“Satelliti terrestri a bassa orbita, come quelli che sono stati lanciati dai dilettanti fino ad ora, non stanno fermi in un singolo posto, ma cambiano orbita, di solito ogni 90 minuti” dice il prof. Alan Woodward, del dipartimento di informatica presso l’Università di Surrey.
“La comunità [di hacker] può mettere l’umanità di nuovo nello spazio in maniera significativa” ha detto Farr. “L’obiettivo è di tornare a dove eravamo negli anni ‘70. Gli hacker trovano offensivo che abbiamo avuto la tecnologia da prima che molti di noi eravamo nati e non siamo mai tornati indietro” e apparentemente quelli che non seguono la legge, gli hacker, pensano che c’è qualcosa che possono fare al riguardo”.
Fonte: Realnews24
Licenza Creative Commons

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