26 gennaio 2012 10mila persone hanno sfilato contro l’Acta, l’accordo internazionale che protegge i diritti di proprietà intellettuale
Nella giornata di ieri circa 10mila persone in Polonia sono scese in strada per protestare contro l’Acta, l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement, l’accordo internazionale che protegge i diritti di proprietà intellettuale e che il governo di Varsavia si appresta a firmare.
“NO ALLA CENSURA” – I manifestanti sostengono che il trattato costituisce una seria minaccia alla libertà di espressione su Internet. Sono le stesse argomentazioni della rete di hacker Anonymous, che nei giorni scorsi non ha esitato ad attaccare i siti governativi polacchi. I cortei di protesta si sono svolti in diverse città del paese, non solo nella capitale. Gli attivisti anti-Acta si sono mossi al grido di slogan come “No alla censura” e “Internet libero”.
DIBATTITO PRIMA DELLA RATIFICA - Il primo ministro Donald Tusk ha convocato una riunione straordinaria del governo per discutere della questione, ma non sembra per nulla intenzionato a fare dietrofront. Tusk ha promesso che prima della ratifica del trattato da parte del Parlamento ci sarà stato tutto il tempo necessario per affrontare un dibattito pubblico. L’Acta finora è stato sottoscritto da Stati Uniti, Canada, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e Corea del Sud. La Polonia dovrebbe aggiungersi oggi alla lista dei paesi aderenti. Parti dell’accordo somigliano ai disegni di legge Sopa e Pipa che erano stati proposti nei mesi scorsi negli Usa e che sono stati accantonati dopo le proteste delle aziende che operano sul web, in testa Wikipedia e Google.
fonte notizia
Nella giornata di ieri circa 10mila persone in Polonia sono scese in strada per protestare contro l’Acta, l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement, l’accordo internazionale che protegge i diritti di proprietà intellettuale e che il governo di Varsavia si appresta a firmare.
“NO ALLA CENSURA” – I manifestanti sostengono che il trattato costituisce una seria minaccia alla libertà di espressione su Internet. Sono le stesse argomentazioni della rete di hacker Anonymous, che nei giorni scorsi non ha esitato ad attaccare i siti governativi polacchi. I cortei di protesta si sono svolti in diverse città del paese, non solo nella capitale. Gli attivisti anti-Acta si sono mossi al grido di slogan come “No alla censura” e “Internet libero”.
DIBATTITO PRIMA DELLA RATIFICA - Il primo ministro Donald Tusk ha convocato una riunione straordinaria del governo per discutere della questione, ma non sembra per nulla intenzionato a fare dietrofront. Tusk ha promesso che prima della ratifica del trattato da parte del Parlamento ci sarà stato tutto il tempo necessario per affrontare un dibattito pubblico. L’Acta finora è stato sottoscritto da Stati Uniti, Canada, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e Corea del Sud. La Polonia dovrebbe aggiungersi oggi alla lista dei paesi aderenti. Parti dell’accordo somigliano ai disegni di legge Sopa e Pipa che erano stati proposti nei mesi scorsi negli Usa e che sono stati accantonati dopo le proteste delle aziende che operano sul web, in testa Wikipedia e Google.
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